Calci di punizione: il talento di Messi, i segreti di Maradona
Se Leo Messi è diventato uno specialista nei calci di punizione, gran parte del merito va anche a Diego Armando Maradona. La macchina del tempo ci porta al febbraio del 2009.

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[di Stefano Borghi]
La leggenda, ma è più che altro storia, vuole chein un rigidissimo giorno del febbraio 2009 Maradona chiamò Messi in mezzo al campo: stavano preparando un'amichevole tra Francia e Argentina. Il ct e il numero 10, e Diego disse a Leo:
Vieni, adesso ti insegno come si tirano le punizioni.
Da lì, Messi ha messo il suo talento a disposizione di questo fondamentale, per il quale la componente di capacità necessaria è altissima, però è ancora più importante il livello di applicazione e di pratica costante.

Calci di punizione: il talento di Messi, i segreti di Maradona
Anni dopo, Messi ha sviluppato una tecnica che lo mette al top anche in questo settore. Tre cose fanno i calci di punizione di Messi: gli occhi, che prima di tutto registrano la situazione con tre punti di riferimento. Il pallone da guardare una volta, la porta da studiare e il portiere da considerare, anche se quello è il riferimento meno importante. Poi il piede destro, lo usa per fare il primo passo - corto - che serve per creare le distanze giuste, e poi lo riusa per l'ultimo passo, quello che definisce la coordinazione e l'equilibrio.

Infine soprattutto il sinistro, che ha la funzione di fare il primo passo lungo, quello che dà lo slancio e di conseguenza l'inerzia, e poi colpisce in un punto precisissimo tra il collo e l'interno. Accompagnando infine il movimento, perché come gli disse el Diez nel gelo di Marsiglia:
Non togliere subito il piede, altrimenti lei non saprà quello che tu vuoi che faccia.
Un modo molto diverso di calciare da quello di Cristiano Ronaldo, che secondo Valdano si è abbeverato alla fonte di Beckham per imparare l'arte del piazzato, ma che poi l'ha sviluppata diversamente prendendosi diverse critiche per una percentuale realizzativa bassissima sull'ultimo centinaio di tentativi, e soprattutto meno brillante rispetto ai compagni di squadra Bale e James. Modi differenti, riscontri diversi ma sempre la stessa storia: le due facce della Liga sono loro. Quella delicata e geniale conto quella furibonda e devastante.
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