Al Leicester non tutti sono felici. Inler: "Sto male perché non gioco mai"
Il centrocampista svizzero lamenta di aver avuto poche occasioni nel Leicester: "A gennaio ho rifiutato diverse offerte spinto da Ranieri, ma non gioco mai".

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Osservato da fuori, il fenomeno Leicester sembra un'oasi felice, inattaccabile da invidie o malumori. Le Foxes procedono a vele spiegate, gli avversari litigano fra loro e l'aria dell'alta classifica sembra non dare alla testa agli uomini di Ranieri: a nove giornate dalla conclusione i punti di vantaggio in Premier League sono cinque, un credito da spendere con parsimonia, certo, ma pur sempre un buon credito.
Eppure, anche a Leicester qualcosa scricchiola, niente di preoccupante, per carità, ma il grido di dolore che Gökhan Inler ha affidato al Daily Star non potrà rimanere senza conseguenze
Ho avuto diverse richieste a gennaio, ho detto no a West Ham, Sunderland e Schalke, perché Ranieri mi aveva detto di credere in me. Ma da allora non ho più giocato e la cosa mi fa stare male. Oltretutto fra pochi mesi ci sono gli Europei. In genere sono diplomatico, ma sono in una situazione davvero critica

Inler, 31 anni, è arrivato al Leicester l'estate scorsa dal Napoli, voluto proprio dal tecnico romano. Fra agosto e dicembre ha giocato circa 190 minuti in campionato, partendo titolare soltanto tre volte, senza però mai terminare un match. Nel 2016, poi, non è mai sceso in campo e, per giunta, in tutto il mese di febbraio non è stato nemmeno portato in panchina, scivolando al quarto posto nelle gerarchie dei centrali di centrocampo delle Foxes, dopo Drinkwater, Kante e King. Una situazione certamente difficile per un giocatore che, in otto anni in Italia, fra Udinese e Napoli, aveva una media di circa 32 presenze a campionato e che nella Nazionale svizzera, di cui è capitano da cinque anni, ha totalizzato 89 gettoni. La spiegazione, forse, la fornisce nell'intervista lo stesso Inler

Sapevo che la Premier era fisicamente molto impegnativa, ma devo dire che sono rimasto sorpreso dall'intensità di gioco, dal pressing asfissiante che non ti lascia tempo per pensare
Troppo lento per la Premier? Lo svizzero non vuole nemmeno pensarci
Quel che è certo è che non me ne voglio andare, non voglio abbandonare il progetto. Ho accettato una sfida e voglio vincerla
Parole concilianti dopo lo sfogo, ora la palla passa a Ranieri.
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